La storia di un imprenditore pugliese che ha costruito un impero digitale registrando migliaia di domini, tra opportunità, provocazioni e i rischi del cybersquatting.
In un’epoca in cui la presenza online è fondamentale, la gestione dei domini internet è diventata un argomento sempre più rilevante anche per i personaggi famosi. Lo sa bene Michele Di Noia, imprenditore pugliese, è diventato famoso per aver registrato oltre 120.000 domini internet, spesso associati a nomi celebri, eventi o temi di rilevanza globale.
Tra questi, spicca il dominio VladimirPutin.it, che ha attirato l’attenzione mediatica per la sua originalità e per i risvolti potenzialmente controversi. La vicenda, però, va ben oltre un semplice gesto provocatorio, toccando temi come il cybersquatting e la necessità di proteggere la propria identità digitale.
La strategia del “falco dei domini”
Le battaglie legali sui domini: i casi Iren e Teamsystem
Il caso VladimirPutin.it
Cybersquatting: il lato oscuro dei domini internet
Online Brand Protection, metti il tuo brand nelle mani degli esperti
La strategia del “falco dei domini”
Michele Di Noia è un imprenditore originario della Puglia, noto per la sua capacità di anticipare le tendenze e identificare nomi di dominio di alto valore strategico. La sua attività, iniziata con pochi investimenti, si è trasformata in un business internazionale, costruito sulla registrazione e compravendita di domini internet.
La sua strategia è molto semplice: appena sente nell’aria il nome di un personaggio che può diventare famoso piomba come un falco sul dominio corrispondente e lo registra. Questa strategia non si limita a grandi nomi: spesso, Di Noia intercetta argomenti o figure emergenti, registrando domini che potrebbero acquisire valore con il tempo.
Ad esempio, quando mel 2020 scoppiò il Covid Di Noia aveva già pronto coronavirus.it, registrato 7 anni prima dopo alcuni casi di «infezione umana da nuovo Coronavirus» che avevano destato un po’ di preoccupazione all’estero
Il suo obiettivo? Attirare traffico e deviarlo dove gli interessa oppure rivendere il dominio a caro prezzo, il tutto aprendo società estere come la Macrosten Ltd di Cipro o con la barlettana «Puglia.com srls».
Troviamo la Macrosten Ltd di Michele Di Noia anche dietro a domini come alessandrodibattista.it di cui vi avevamo già parlato nel 2021e mariodraghi.it, vicenda che ebbe eco mediatico sempre nel 2021.
Nonostante il successo del suo approccio, la pratica solleva questioni legali ed etiche, in particolare quando si avvicina al confine del cybersquatting.
Le battaglie legali sui domini: i casi Iren e Teamsystem
L’attività di Di Noia e delle sue società ha fatto nascere numerosi contenziosi legali, spesso risolti attraverso camere arbitrali specializzate. Tra i casi più noti figura quello con Iren, una delle principali multiutility italiane quotate in Borsa, che si trovò a dover rivendicare il dominio iren.it, registrato dall’imprenditore pugliese.
Un altro esempio significativo riguarda Teamsystem, società tecnologica con un fatturato di 850 milioni di euro, che cercò di riottenere il dominio teamsystem.it attraverso trattative con la Macrosten Ltd, la società di Cipro collegata a Di Noia. Quest’ultimo rispose a una comunicazione formale dichiarando che “un’offerta significativa potrebbe convincerci a cedere il dominio”, con un broker incaricato di negoziare una cifra di 10.000 euro per la vendita. Il caso finì in un procedimento legale e la Camera arbitrale di Milano e, come già accaduto con Iren, si stabilì la riassegnazione dei domini alle rispettive aziende, lasciando Di Noia e le sue società senza successo.
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Il caso VladimirPutin.it
Uno degli ultimi casi è la registrazione del dominio VladimirPutin.it, per il quale è improbabile che si inneschi un confronto fra Mosca e la società Di Noia per la rivendicazione del nome a dominio.
Inutile dire che sfruttare la notorietà di figure pubbliche può rendere un dominio estremamente interessante per il mercato ma questa strategia comporta anche rischi significativi.
L’uso improprio di un nome di dominio legato a una figura pubblica o a un brand può portare a controversie legali, soprattutto se considerato lesivo della reputazione o contrario ai diritti del titolare del nome. Nel caso di VladimirPutin.it, l’associazione diretta al nome di uno dei leader più potenti e controversi del mondo ha inevitabilmente attirato l’attenzione dei media.
Il Corriere della Sera ha addirittura finto interesse per l’acquisto del dominio offrendo 2.500 euro. La cifra è risultata troppo bassa ma, come nel caso di teamsystem.it, si invitavano i possibili acquirenti a prendere contatto con un broker per trovare un accordo.
Cybersquatting: il lato oscuro dei domini internet
Il cybersquatting, ovvero la registrazione intenzionale di domini associati a brand, persone o aziende senza autorizzazione, è una pratica sempre più diffusa. L’obiettivo principale è trarre profitto dalla vendita del dominio al legittimo titolare o sfruttarne la notorietà per scopi personali o commerciali.
Le conseguenze del cybersquatting possono essere dannose sia per le aziende sia per i personaggi pubblici. Per le imprese, la mancata registrazione di un dominio può tradursi in perdita di fiducia da parte degli utenti o in utilizzi fraudolenti del nome aziendale. Per le persone famose, invece, il rischio è quello di vedere il proprio nome associato a contenuti non autorizzati o addirittura dannosi.
Per questo motivo, proteggere il proprio nome online è una necessità. Strategie preventive, come la registrazione anticipata di domini rilevanti o l’uso di estensioni diverse (.com, .it, .org), possono fare la differenza.
Inoltre, strumenti legali come l’UDRP (Uniform Domain-Name Dispute-Resolution Policy) consentono di recuperare domini registrati in mala fede.
Online Brand Protection, metti il tuo brand nelle mani degli esperti
In un’epoca in cui la presenza online è essenziale, il dominio internet rappresenta molto più di un semplice indirizzo web: è il biglietto da visita digitale di aziende, professionisti e personaggi pubblici.
La vicenda di Michele Di Noia e della sue società dimostra quanto sia cruciale adottare strategie per proteggere la propria identità digitale e prevenire utilizzi non autorizzati del proprio nome o marchio.
Ogni azienda o figura pubblica dovrebbe considerare la gestione dei domini come una parte integrante della propria strategia di branding. Non si tratta solo di una misura di sicurezza, ma di un vero e proprio investimento sulla reputazione e sulla fiducia degli utenti.
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Gestione completa del portafoglio domini, negoziazione in caso di nomi registrarti impropriamente da terzi, gestione dei rinnovi e delle pratiche burocratiche, monitoraggio del brand tramite tecnologie avanzate per individuare contraffazione e usi illegali del marchio… questi sono solo alcuni esempi di quello che un consulente dedicato Online Brand Protection può fare per la protezione di un’attività online.
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La registrazione di domini non è solo un business, ma una finestra sulle opportunità e sui rischi di un mondo sempre più interconnesso. Agire in modo proattivo per tutelare il proprio nome online è la chiave per costruire un futuro digitale solido e sicuro.
Copywriter, Marketing Specialist e Communication lover. Da sempre appassionata ai libri e alla scrittura, mi occupo di creare contenuti per il web ma non posso rinunciare al mio primo amore: la carta e la penna! Fuori dal web viaggio, cerco di tenermi in forma e soprattutto faccio la mamma.