Flessione dei domini .it nel 2022

Flessione dei domini .it nel 2022

Com’è andato il 2022 del .it? I numeri evidenziano un rallentamento delle registrazioni, con una crescita solo del +0,50% rispetto al 2021. Ecco i dati di Registro.it, l’anagrafe dei domini italiani, sulle registrazioni dei domini .it nell’anno appena trascorso.

Sono 475.768 i nuovi domini .it registrati nel 2022, per un totale di 3.467.693 domini nostrani attualmente in Rete. Se, durante la pandemia e gli anni dei lockdown, c’era stata una crescita del +4,20% nel 2020 e del +2,24% nel 2021, nel 2022 si registra una crescita solo dello 0,50% in più rispetto al 2021.

Sono i dati comunicati dal Registro .it, l’organismo responsabile della gestione dei domini internet a suffisso .it che opera all’interno dell’Istituto di Informatica e Telematica (IIT) del CNR di Pisa, e che appunto rileva un anno di stasi fisiologica per i domini italiani.

Tale flessione si nota anche guardando il dato delle nuove registrazioni, in calo del 13% rispetto al 2021.

È importante sottolineare, che questo trend, in realtà, non è un‘eccezione italiana, ma piuttosto un fenomeno globale: il momento di stasi si registra in tutto il mondo, probabilmente associato, in parte, agli ultimi avvenimenti internazionali, all’emergenza sanitaria (ancora in corso) e al conflitto russo-ucraino, oltre che alle incertezze socio-economiche, che si traducono in pesanti ricadute su consumi di imprese e cittadini, che registrano aumenti su bollette e servizi.

Dati di registrazione dei domini .it nel 2022: un calo fisiologico

“Potremmo dire che i numeri del Registro .it fanno ancora una volta da cartina tornasole del momento attuale, in primis dal punto di vista sociale ed economico, non solo in termini di innovazione e tecnologia – ha commentato Marco Conti, Responsabile del Registro .it e Direttore dell’IIT-Cnr – Il 2020 dei lockdown era stato l’anno dell’approdo alla Rete per coloro che si affidavano al web per salvare la propria attività o per avviarne una nuova; il 2021 era stato l’anno resiliente, quello della fiducia e della ripartenza. Con questi presupposti, dopo il boom degli ultimi due anni, il 2022 non poteva che essere un anno di stasi fisiologica per il .it: un dato che trova riscontro anche a livello europeo e globale”

Un andamento simile si era già visto negli anni della crisi del 2008, quando incertezza ed emergenza economica – anche allora – avevano fatto segnare tassi bassissimi di presenza .it in Rete, per poi risalire a partire dal 2010-2011. Per questo motivo si può ipotizzare che il dato di quest’anno sia stato influenzato anche dalle conseguenze economiche degli ultimi avvenimenti internazionali, tra emergenza sanitaria ancora in corso, crisi geopolitiche e ricadute su consumi, imprese e spese dei cittadini in tutto il mondo.

I trend delle nuove registrazioni: Positivi solo liberi professionisti e stranieri

A conferma di un’annata di stasi c’è anche il calo generale nelle categorie che il Registro .it monitora mensilmente. Andando infatti a scorporare i numeri, categoria per categoria, nel periodo che va da gennaio a ottobre del 2022 emerge come quasi tutti i settori siano in diminuzione: le registrazioni attribuite a persone fisiche scendono del 29% rispetto allo stesso periodo del 2021; come anche quelle relative alle imprese (-14,7%), agli enti pubblici (-13,9%) e al no profit (-14,5%).

In positivo i liberi professionisti (+3,1%), che si confermano una categoria che risponde ai periodi critici affidandosi al digitale, come aveva dimostrato anche il +35% del 2021, in risposta alle chiusure del 2020. Gli inediti outsider del 2022 sono le registrazioni appartenenti alla categoria “stranieri”, ovvero i nuovi domini .it registrati da cittadini e organizzazioni di altri Paesi dell’Unione Europea oppure da aziende con almeno una sede nell’UE che segnano, nel periodo preso in considerazione dallo studio, una crescita del 66,7%.

La “popolazione” del dominio .it: per oltre tre quarti maschile e over 40

Continuando ad analizzare le rilevazioni raccolte dal Registro sull’intera rappresentanza .it in rete, emerge un altro dato interessante: del totale assoluto degli italiani che hanno registrato un dominio .it, meno di un quarto è donna (24,8% contro il 75,1% di rappresentanza maschile). Guardando all’età, invece, la maggior parte di coloro che hanno registrato un dominio a targa italiana è compresa nella fascia che va dai 42 ai 49 anni, per entrambi i sessi.

Sud e isole fanalino di coda dell’Italia digitale

Sempre nel periodo preso in esame dalla rilevazione, un’altra evidenza emersa dai dati raccolti da Registro .it è che il Sud Italia e le Isole continuano a essere il “fanalino di coda” dell’Italia digitale.

Lo studio dell’IIT-CNR prende in esame l’intera anagrafica del Registro .it e calcola l’indice della diffusione di Internet nel Paese sulla base del tasso di penetrazione per ogni regione e provincia, ovvero quanti domini .it vengono registrati ogni 10mila abitanti.

La rilevazione mette in evidenza che sono le regioni del Centro-Nord ad avere il tasso di penetrazione più alto all’interno del Paese, con in testa il Trentino-Alto Adige, la Lombardia e la Valle d’Aosta. Più giù invece le regioni del Sud e delle Isole, con in coda la Basilicata, la Sicilia e la Calabria.

Una situazione molto simile anche per le province, dove è Milano a ottenere il primato per tasso di penetrazione con 559 domini ogni 10.000 abitanti, seguita da Bolzano (495), Firenze (462), Rimini (451) e Bologna (443).

In coda alla rilevazione, anche qui, le province del Sud e delle Isole, ben al di sotto della media nazionale (307) e che occupano tutte le ultime dieci posizioni con Crotone (170), Caltanissetta (154) ed Enna (146) ultime in classifica.

Domini .it. Grande potenziale di crescita per il 2023

Da Registro .it vedono anche un “grande potenziale di crescita e di sviluppo per il futuro”, perché l’andamento è simile a quello che si era già visto negli anni della crisi del 2008: tassi bassissimi, ai tempi, di presenza .it in rete, seguiti poi da una risalita dal 2010 in poi. 

Marco Conti, Responsabile del Registro .it e Direttore dell’IIT-Cnr, afferma:

“Il potenziale del .it resta molto alto e confidiamo nel fatto che il 2023 si rivelerà un anno di svolta per i domini italiani e per l’intero piano di digitalizzazione del Paese.”

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