Coronavirus e domini. Offerte milionarie per i nomi più appetibili

Coronavirus e domini. Offerte milionarie per i nomi più appetibili

La pandemia di Coronavirus scatena la corsa alla registrazione di domini che contengono le parole “covid-19” e “coronavirus” per rivenderli a prezzi esorbitanti sul mercato secondario del nomi a dominio.

L’avanzata del Coronavirus sta alimentando il mercato secondario dei nomi a dominio. In questi giorni a crescere interrottamente sono i domini che contengono le parole “covid-19” e “coronavirus”, proprio quelle parole che miliardi di persone in tutto il mondo digitano sul web per cercare informazioni sulla pandemia in corso.

I nomi più appetibili vengono messi in vendita a prezzi superiori a un milione di dollari…

Facciamo un po’ di chiarezza sull’argomento e vediamo insieme le quotazioni stellari degli indirizzi web che sfruttano le parole della pandemia.

Cos’è il mercato secondario dei nomi a dominio?

Come tutti ormai sappiamo, il dominio è il nome di un sito web, è quel testo accompagnato da un’estensione (.it, .com ecc) che dobbiamo digitare su Internet per raggiungere i contenuti di un sito.

I domini possono essere registrati da chiunque a condizione che il nome scelto sia ancora libero e non sia già stato registrato da altri. Registrando un dominio, infatti, se ne diventa l’assegnatario esclusivo fino a quando si continua a pagare il canone di rinnovo.

Le registrazioni dei domini ancora disponibili rientrano nel mercato primario dei nomi a dominio.

Il mercato secondario dei nomi a dominio invece riguarda la compravendita di domini già registrati e quindi non più acquisibili sul mercato primario.

Le cifre dei domini del Coronavirus

Il mercato secondario dei nomi a dominio è un settore molto florido in ambito internazionale e, al giorno d’oggi, con lo sviluppo di Internet e con la diminuzione dei nomi a dominio “appetibili” ancora disponibili, è una realtà che sta prendendo sempre più campo.

L’epidemia di Coronavirus ha alimentato questo settore generando compravendite da capogiro.
Chi ha acquistato domini con le parole legate al covid-19 in “tempi non sospetti” li rimette oggi sul mercato con la speranza di lauti guadagni.

Ecco alcune quotazioni di qualche dominio legato al Coronavirus per darvi un’idea delle cifre di questo particolare business:

  • covid19test.net e covid19-nyc.com: 25.000 dollari.
  • covid19tracking.com: 2.600 dollari.
  • corona-us-cases.com, coronavirusgive.com e coronavirus-us-news.com: 1.000 dollari
  • coronasurvive.com: 564 dollari.

Questi sono solo alcuni degli oltre 65.000 domini registrati negli ultimi due mesi che contengono parole legate al Coronaviris… e non sono nemmeno fra i più cari. Ad esempio, covid-19serum.com, mycovid.org e coronavirusantitoxin.com hanno una quotazione di ben 1.149.999 dollari!

Le insidie dei domini del Coronavirus

Il mercato secondario dei nomi a dominio è un business lecito che si basa sulle logiche di mercato ma nel caso del Coronavirus la situazione si fa delicata. Infatti, la rivendita dei domini contenenti parole legate a tale pandemia può assumere i contorni di un’operazione illegale se i domini in questione vengono utilizzati per attività illecite o per frodi online.   

La registrazione dei nomi a dominio legati al covid-19 infatti, va spesso “a braccetto” con attività di hackeraggio in cui, approfittando del panico generato dal Coronavirus, si spingono gli utenti a visitare siti legati alla pandemia per installare virus che rubano dati personali, email, password, carte di credito ecc.

Leggi anche “Coronavirus. Attenzione alle truffe via email”

Il Coronavirus ha aperto grandi opportunità commerciali alle organizzazioni criminali e il fenomeno ha raggiunto una dimensione davvero preoccupante. Le tante segnalazioni ricevute hanno spinto Letitia James, il procuratore generale di New York, a chiedere ai principali registrar americani di cancellare alcuni domini che contenevano le parole come “covid-19” o “coronavirus”, perché utilizzati per diffondere malware o per commettere truffe.

L’allerta è scattata anche in Europa e i primi di marzo le polizie congiunte di 90 paesi hanno messo a segno un’operazione coordinata dall’Interpol che ha portato all’identificazione sul web di oltre 2.000 link a prodotti correlati al Coronavirus e all’oscuramento di molti siti che vendevano farmaci ingannevoli spacciati come efficaci contro il covid-19.

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