Fra chiusure di teatri e cinema, distanziamento sociale e timori del pubblico, il mondo dello spettacolo e della cultura è sicuramente uno dei settori più duramente colpiti dalla Pandemia da Covid-19.
Come sfruttare il digitale per inventare nuove forme di partecipazione e raggiungere nuovi spettatori?
Il 7° appuntamento di “Piccole Medie Digitali”,il ciclo di web talk organizzati da Registro.it per far conoscere alle PMI Italiane le opportunità del digitale, è dedicato proprio al mondo del teatro e dello spettacolo.
Ti sei perso le altre puntate? Puoi recuperare tutto negli articoli “Turismo e web: prospettive e pratiche per ripartire” , “Food e web: nuove prospettive digitali per la ristorazione” , “Moda e web: nuove sfide digitali” , “Vino e web: nuovi mercati e nuove sfide digitali” , “Soluzioni digitali per i servizi alla persona” e “Opportunità digitali per liberi professionisti”
In questo webinar dal titolo “Da live a online? Le opportunità del digitale per teatro, spettacolo, eventi” Gianluca Diegoli, consulente di marketing digitale e docente IULM, intervista:
Di seguito trovate un riassunto del web talk con i principali temi emersi ma per chi volesse rivivere a pieno le varie interviste, ecco qui il video dell’incontro:
Nel 2020 il settore dello spettacolo ha subito ingenti perdite e gravissime ricadute sui livelli occupazionali. È stato tra i primi a chiudere e sarà l’ultimo a riaprire in maniera definitiva, nonostante la scrupolosa adozione di tutte le misure di sicurezza nelle finestre temporali in cui era momentaneamente concessa la riapertura.
Eppure, siamo tutti consapevoli dell’importanza che l’intrattenimento ricopre, soprattutto in momenti difficili come quello che ci troviamo ad affrontare… sarebbe un grave danno per i cittadini privarli della possibilità di sognare e di farsi trasportare lontano oltre i confini della propria quotidianità.
Come inventare nuove forme di partecipazione sfruttando i canali digitali?Le sperimentazioni teatrali onlinelasceranno il loro segno anche nel post-pandemia?
Esempi di sperimentazioni teatrali online ai tempi del Coronavirus
Potenzialità del digitale nel modo dello spettacolo
La centralità del teatro come rito sociale
Il futuro? Nuove forme ibride di teatro?
La percezione dell’evento onlinenel modo dello spettacolo
In questo periodo di chiusure, di distanziamento sociale e di rallentamento forzato delle attività umane gli artisti provano a reinventare il proprio mestiere online, mossi dalla voglia di portare arte e cultura fra la gente chiusa in casa, mai così bisognosa di evasione e spettacolo.
Così sul web iniziano le prime sperimentazioni teatrali volte a spostare online quell’arte che tradizionalmente è legata all’ambiente fisico e al contatto diretto con il pubblico.
Le sperimentazioni sono tante ma possono essere tutte ricondotte ad un unico grande scopo: uscire dalla fase di annichilimento in cui sono cadute le arti teatrali e sperimentare quelle pratiche online che hanno preso sempre più campo in molti settori della vita quotidiana, adattandole al prodotto teatrale.
Ecco alcuni esempi di sperimentazioni teatrali pensati e supportati dalle tecnologie digitali:
Il pubblico ha recepito molto bene queste forme di sperimentazione. Nel caso del “teatro delivery” dello spettacolo di Elio Germano, a livello quantitativo, i numeri della sperimentazione equivalgono ad aver fatto il “tutto esaurito”.
Il canale digitale ha un grande pregio: avvicina al teatro il pubblico decentrato perché fa sì che il pubblico possa essere ovunque.
Potenzialmente con il digitale la nicchia teatrale diventa di massa: si coinvolgono persone che in uno spettacolo dal vivo non sarebbero state coinvolte perché magari fisicamente lontane dal luogo della rappresentazione.
In quest’ottica il digitale potrebbe far aumentare la numerosità degli spettatori e produrre nuovi modelli di business. Occorre però sperimentare formati diversi e nuove modalità di rappresentazione teatrale native digitali.
Fino ad ora il mondo dello spettacolo, da sempre conservativo e tradizionale, ha utilizzato il digitale come trascrizione dell’analogico.
Ne è un esempio calzante il “libretto” con la programmazione degli spettacoli che viene dato ad inizio stagione all’abbonato. Spesso viene messo in digitale “così com’è” traslandolo sul mezzo digitale senza a adattarlo. Creando invece un sito web che rispetti le logiche della comunicazione online potrebbe evolvere e diventare molto di più: potrebbe essere arricchito di informazioni sull’artista e sulla compagnia, potrebbe essere usato per aver feedback diretti ecc.
In ambito teatrale, occorre saper sfruttare meglio il digitale per cogliere a pieno tutti i vantaggi dell’uso di strumenti nativi digitali.
La presenza digitale dovrebbe infatti, accompagnare tutte le fasi della “vita” dello spettacolo. Insieme alla locandina si dovrebbe pensare al “corredo digitale” dello spettacolo seguendo le logiche del mezzo digitale e non come trasposizione dell’analogico.
Nel discorso fra web e spettacolo non si può evitare di notare che il teatro è la forma di arte più difficilmente smaterializzabile: è fortemente legato all’ambiente e consolidato nell’oggetto fisico della sala teatrale.
Oggi si pensa al teatro come ad un’industria culturale ed ovviamente, in un certo senso, esso fa parte del sistema di produzione in cui viviamo, ma è anche un’abitudine, un rito sociale della comunità di cui facciamo parte.
Non dobbiamo dimenticare anche la potenza evocativa del teatro, difficilmente replicabile online. Le sensazioni che proviamo di fronte ad un teatro sono varie, vanno dalla curiosità alla voglia di evasione… e quando si spengono le luci e si apre il grande sipario i sensi continuano ad essere sollecitati e ci ritroviamo immersi in un’altra dimensione.
È anche vero che oggigiorno il teatro sembra essere considerato obsoleti da una grande percentuale di individui, in particolare quelli della fascia giovanile.
Come uscire da questa impasse? Il digitale può trasformare il teatro senza rovesciarlo e senza togliergli quella magia legata al “qui e ora”?
È una sfida che vale la pena tentare… anche se il teatro è un rito sociale che “perde” traslato su un no schermo occorre sperimentare formati diversi in contesti diversi con contenuti che possono abitare naturalmente online, per sfruttare le opportunità della nuova situazione ed essere “abitanti del digitale” e non solo ospiti.
Il teatro ha 26 secoli di storia e non sarà questa Pandemia ad interrompere l’esperienza culturale che si svolge in quel luogo come rito collettivo, ma rivolgendosi ad un pubblico nuovo e diverso con canali nuovi potrebbero esserci dei risultati inaspettati.
Le sperimentazioni teatrali online nate nel periodo del lockdown potrebbero diventare dei formati da mantenere anche dopo la pandemia? Quale sarà il futuro del teatro digitale?
La pandemia ci ha obbligato a sperimentare nuove modalità di spettacolo online e, passato il periodo, la vera sfida sarà quella di integrare le due modalità, online e offline, in maniera naturale e migliorativa costruendo un nuovo patto empatico con lo spettatore.
Come già detto il teatro è molto legato al luogo fisico ed è poco trasferibile, si presume quindi che quando riapriranno i teatri tornerà il vecchio rapporto con il pubblico.
La via più probabile per far coesistere online e offline è la nascita di nuove forme ibride di teatro.
Alcune delle sperimentazioni nate sotto la pandemia potrebbero essere portate in presenza e contemporaneamente online. Lo spettatore ad esempio potrebbe acquistare il biglietto per lo spettacolo fisico e poi, magari con un piccolo sovrapprezzo, avere una password per seguire online altri spettacoli della stessa compagnia in altre città, o altre tappe del tour per un concerto.
Questa soluzione potrebbe far nascere nuovi business model che fruttano le opportunità de digitale pur mantenendo la magia dello spettacolo dal vivo.
Un’altra barriera da abbattere nel connubio fra web e spettacolo è costituita dalla percezione dell’evento online, sia dal punto di vista dello spettatore, sia da quello delle sponsorizzazioni.
Nel settore si dice che “i dollari offline diventano centesimi online” e questa espressione va ad indicare che il pubblico è abituato a pagare una certa cifra per il biglietto di uno spettacolo ma non è disposto a spendere la stessa cifra per un evento online.
L’online ha meno valore all’occhio del pubblico, e manca l’abitudine al pagamento dei contenuti online.
Gli eventi online sono anche meno appetibili a livello di sponsorizzazioni. Online in pubblico è potenzialmente maggiore di uno spettacolo o di un festival di presenza ma le associazioni che sponsorizzano gli eventi tendono a percepire l’evento online come meno illustre, soprattutto se si tratta di un evento che è solo in rete.
I vantaggi del digitale nel mondo dello spettacolo sono molti ed evidenti: gli eventi decentrati, ad esempio, potrebbero uscire dai limiti fisici del territorio e contare anche su un maggiore disponibilità di ospiti più o meno illustri (ospiti disponibili a connettersi online per fare i propri interventi ma non a spostarsi fisicamente in luoghi non così facili da raggiungere).
La ritrosia del settore è però ancora molta è occorre tempo per scardinare logiche consolidate e aprirsi a nuovi modelli digitali spesso percepiti come “dal minor valore” e depotenzianti della forza evocativa dello spettacolo dal vivo.
Copywriter, Marketing Specialist e Communication lover. Da sempre appassionata ai libri e alla scrittura, mi occupo di creare contenuti per il web ma non posso rinunciare al mio primo amore: la carta e la penna! Fuori dal web viaggio, cerco di tenermi in forma e soprattutto faccio la mamma.
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