Enrico Mentana e altri 612 giornalisti sarebbero stati sospesi dall’Ordine del Lazio perché non hanno comunicato il proprio indirizzo di Posta Elettronica Certificata.
Sospesi dalla professione. È la sorte che sarebbe toccata a Enrico Mentana e altri 612 giornalisti di spicco come Pierluigi Pardo, Vincenzo Mollica e Andrea Purgatori. Il motivo? Secondo quanto scrive “Il Fatto Quotidiano”, rientrerebbero nell’elenco di giornalisti privi di Posta Elettronica Certificata o che hanno dimenticato di comunicarla all’Ordine.
La PEC è obbligatoria per tutti gli iscritti agli ordini professionali dal 2008 e dal 2020 sono state introdotte sanzioni per chi non la possiede o non la comunica all’Albo di appartenenza.
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Prima della sospensione, l’Ordine deve inviare al diretto interessato una diffida ad adempiere all’obbligo PEC entro 30 giorni e, in caso di mancata ottemperanza, scatta la sospensione.
Sospensione dall’ordine dei giornalisti: Il caso Mentana e la smetita
Secondo quando riportato da “Il Fatto Quotidiano” sembra che l’Ordine dei giornalisti del Lazio abbia mandato l’avviso di diffida il 30 luglio e che il 27 settembre ha deciso di sospendere gli inadempienti.
Nell’elenco, oltre Mentana, ci sarebbero altri 612 giornalisti, alcuni molto noti e con ruoli di spicco su testate autorevoli. Le sospensioni sono scattate in tutta Italia, non solo nel Lazio. I vari Ordini regionali erano, infatti, obbligati ad attuare la misura punitiva entro un anno dall’entrata in vigore della legge sanzionatoria, altrimenti rischiavano di essere sciolti e commissariati.
Poco dopo la pubblicazione della notizia, è arrivata la smentita di Enrico Mentana con un post su Facebook: «Vorrei deludere ancora una volta i piccoli odiatori da tastiera che ruotano vorticosamente da ieri nella loro gabbietta da criceti: sono e resto a pieno titolo nell’ordine dei giornalisti (in continuità con gli ultimi 40 anni, essendovi iscritto nell’elenco dei professionisti dal 2 febbraio 1982). Inoltre sono titolare dal 27 agosto 2020 di un indirizzo Pec. Riposatevi».
“In linea assolutamente teorica – si legge sul “Il Fatto Quotidiano” – i giornalisti sospesi dovrebbero interrompere immediatamente le loro collaborazioni e i loro rapporti professionali e rischiano anche dei danni a livello contributivo, con l’Inpgi (l’ente previdenziale di categoria) che sarebbe obbligato a restituire ai rispettivi editori i suoi contributi previdenziali di pertinenza.” A quanto si apprende, però, difficilmente questo accadrà, assicura sempre “Il Fatto Quotidiano”, anche perché siamo alla vigilia della elezione del nuovo presidente dell’Ordine laziale.
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