Le piccole e medie imprese (PMI) in tutta Europa stanno affrontando un panorama digitale in rapida evoluzione, un mondo in cui l’innovazione è cruciale, ma lo sono anche la fiducia, la sicurezza e la chiarezza.
La nostra ricerca, condotta da team.blue, il grande gruppo europeo di cui Register.it fa parte, ha intervistato più di 8.200 PMI in 32 paesi europei, coinvolgendo 23 brand del gruppo. L’obiettivo era mappare il percorso digitale completo delle PMI, analizzando l’utilizzo degli strumenti, le barriere e il sentiment verso l’Intelligenza Artificiale (AI).
I risultati evidenziano un quadro cruciale: le piccole imprese stanno adottando gli strumenti digitali, ma la fiducia non cresce allo stesso ritmo. La maggior parte delle PMI è online, ma molte non sono sicure su quali strumenti scegliere, come usarli efficacemente o dove l’AI possa inserirsi nel loro lavoro quotidiano. Il vero problema non è la motivazione, ma la chiarezza, la fiducia e il giusto supporto.
Vediamo insieme i principali dati emersi dal report.
L’adozione dei fondamentali digitali
Il sito web: più segnale di credibilità che motore di vendita
Le barriere all’innovazione: confusione e mancanza di chiarezza
L’AI nelle PMI: ottimismo in crescita
Uso dell’AI: Le preoccupazioni su affidabilità e privacy
La richiesta di supporto: praticità e trasparenza
Conclusioni: I dati chiave per la maturità digitale
La ricerca conferma che gli strumenti digitali di base come siti web, social media e cloud storage sono ampiamente utilizzati. L’84,5% degli intervistati possiede un sito web, il 74% utilizza i social media e il 70% impiega il cloud storage. Più della metà utilizza anche website builder o strumenti di collaborazione.
Nonostante questi dati di elevata adozione, il livello medio di fiducia nella scelta e nell’utilizzo degli strumenti digitali si attesta in media a 6 su 10 su tutti gli intervistati.
I solopreneur (liberi professionisti o microimprese) in particolare, si attestano al livello più basso percependo in modo più acuto il carico dell’apprendimento dell’uso dei nuovi strumenti. Nelle aziende con oltre 500 dipendenti la fiducia sale a 8. Questo è probabilmente dovuto al fatto che la responsabilità dell’onboarding degli strumenti digitali è condivisa o supportata da ruoli più specializzati.
Il problema è che l’adozione si ferma spesso ai “fondamentali”. Sebbene l’uso dei social media e dello storage cloud sia forte, l’adozione cala drasticamente per soluzioni più avanzate o specializzate come i sistemi CRM, gli strumenti di analisi o quelli di ottimizzazione dell’accessibilità.
Per molte delle aziende intervistate, il sito web agisce più come un segnale di legittimità e fiducia che come un generatore primario di nuovi clienti.
Oltre il 40% delle PMI dichiara che il proprio sito web contribuisce a meno del 10% dei nuovi clienti. In molti casi, le aziende hanno riferito che i loro siti web funzionano più come biglietti da visita digitali che come canali di vendita attivi. I website aiutano soprattutto a estendere la portata, rafforzare la credibilità e segnalare l’affidabilità.
Tuttavia, il valore di un sito web aumenta esponenzialmente in settori in cui i clienti si aspettano di fare ricerche o acquisti online, come i servizi IT e l’e-commerce; per queste aziende, il sito è uno strumento operativo e commerciale fondamentale.
La volontà di progredire è presente, ma la confusione sul dove e come muoversi frena le imprese. Quando è stato chiesto quali fossero le sfide principali che ostacolano l’adozione di nuove tecnologie o dell’AI, è emerso un messaggio chiaro: le PMI sono confuse, a corto di tempo o semplicemente non sanno da dove iniziare.
La sfida maggiore è che il 19% degli intervistati non sa quali strumenti dovrebbe o potrebbe utilizzare. Altri freni importanti sono la mancanza di competenze o conoscenze (17%) e la mancanza di tempo o risorse (13%).
Un gruppo di aziende (il 20%) sta già adottando l’AI senza problemi. Al contrario, le aziende operative da oltre 10 anni sono spesso quelle che dichiarano di “non vedere il valore” nell’adozione di nuove tecnologie.
L’adozione dell’AI è in corso, ma è disomogenea. Circa il 55% delle aziende sta utilizzando l’AI e quasi una azienda su cinque e (18,9%) usa l’AI in modo estensivo. Il 36,1% la sta sperimentando o la usa “un po’” e il 19,3% non la usa ma sta pianificando di farlo.
Un quarto degli intervistati (25%) non ha, invece, piani per l’adozione dell’AI
Le aziende più giovani mostrano una curiosità più spiccata e adottano l’AI più velocemente. L’AI viene utilizzata principalmente per:
1. Creazione di siti web e contenuti marketing (es. messaggi promozionali).
2. Attività amministrative e operative.
3. Apprendimento e sviluppo di competenze.
L’AI è considerata più preziosa per compiti creativi e di apprendimento, mentre le funzioni legate alla gestione delle persone, come l’assunzione e la gestione del team, sono l’area meno valorizzata per l’uso dell’AI.
Nonostante l’uso crescente, la fiducia è bassa. Quasi la metà (48%) delle PMI si fida meno dell’AI rispetto agli esseri umani. Le principali preoccupazioni sono l’affidabilità, l’accuratezza e, in modo significativo, la privacy dei dati. Questo scetticismo riflette un forte attaccamento alla competenza umana e al valore delle relazioni personali.
Tuttavia, l’ottimismo sul futuro è palpabile:
Leggi anche “AI per le PMI italiane: sfide e nuove opportunità“
Di fronte a un panorama digitale “confuso, affollato e in continua evoluzione”, ciò che le aziende desiderano di più è orientamento pratico, umano e affidabile.
Il 23,6% degli intervistati darebbe maggior valore a guide passo-passo, il 17,6% a formazione pratica con workshop e webinar, mentre l’8,8% vorrebbe casi di studio reali che mostrino l’applicazione pratica degli strumenti. Inoltre, il 19,7% richiede consigli specifici su quali strumenti scegliere, confermando che la “fatica decisionale” e la mancanza di chiarezza sono problemi fondamentali.
La richiesta generale è chiara: le aziende desiderano soprattutto chiarezza e semplicità. Vogliono capire quali strumenti contano, come usarli efficacemente e come misurarne l’impatto.
La ricerca di team.blue evidenzia che le PMI europee sono pronte ad abbracciare il digitale, ma si scontrano con la complessità del panorama tecnologico.
I principali dati emersi dal report sono:
Le aziende desiderano chiarezza, semplicità e una guida affidabile.
Come parte del grande gruppo team.blue, Register.it è impegnata a semplificare le scelte digitali attraverso una vasta gamma di servizi digitali potenziati dall’intelligenza artificiale capaci di trasformare il potenziale digitale in successo. La ricerca mostra che c’è ancora un evidente divario di conoscenze sull’intelligenza artificiale e, parallelamente, una reale necessità di guida e chiarezza.
Le aziende desiderano supporto pratico e risorse facili da seguire, nonché informazioni chiare e trasparenti su come funzionano questi strumenti.
In Register.it e in tutte le aziende del gruppo team.blue, ci impegniamo a semplificare il business online aiutando i clienti a scegliere le soluzioni più adatte alle loro esigenze, con strumenti basati sull’intelligenza artificiale e in continua evoluzione.
L’obiettivo è chiaro: aiutare le aziende ad acquisire fiducia nelle nuove tecnologie e a trasformare gli strumenti digitali in risultati concreti.
Copywriter, Marketing Specialist e Communication lover. Da sempre appassionata ai libri e alla scrittura, mi occupo di creare contenuti per il web ma non posso rinunciare al mio primo amore: la carta e la penna! Fuori dal web viaggio, cerco di tenermi in forma e soprattutto faccio la mamma.
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