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Arte e digitalizzazione

In che modo il settore dell’arte ha continuato a far vivere il patrimonio artistico e culturale italiano utilizzando le tecnologie digitali, nonostante la chiusura forzata dalla pandemia? Cosa rimarrà nei prossimi anni?  Rivivi il web talk organizzato dal Registro dei domini .it.

Fra chiusure al pubblico di musei, mostre, gallerie e parchi archeologici, blocco del turismo e distanziamento sociale, il settore dell’arte e della cultura è sicuramente uno dei settori più duramente colpiti dalla pandemia da Covid-19.

Come sfruttare il digitale per inventare nuove forme di partecipazione in grado di riavvicinarsi agli utenti? 

All’arte è dedicata la seconda puntata del 3° ciclo di “Piccole Medie Digitali”, una serie di webinar online organizzati dal Registro.it (l’anagrafe dei domini italiani), con l’obiettivo formare una “cultura digitale” nel Paese e di favorire la transizione verso il digitale delle PMI e dei professionisti italiani.

In ogni puntata Enrico Pagliarini, giornalista e conduttore di Radio 24, intervista esperti di settore e imprenditori per portare vive testimonianze è investigare sul ruolo del digitale per rilanciare la propria attività.

Arte e digitalizzazione, il video del corso online

In questo webinar dal titolo “L’arte e la sfida della digitalizzazione” Enrico Pagliarini intervista:

  • Carolina Donzelli – Relazioni esterne, mostre e eventi – Veneranda Biblioteca Ambrosiana
  • Paolo e Martina Gasparoli – Direttore tecnico, ricerca e sviluppo & responsabile della comunicazione – gasparoli.it
  • Christian Greco – Direttore Museo Egizio di Torino
  • Nicolette Mandarano – Storica dell’arte   
  • Piero Muscarà – CEO e Co-founder arte.it
  • Francesca Sborgi – Funzionario promotore e comunicatore Gallerie degli Uffizi   
  • Anna Vaccarelli – Primo tecnologo e Responsabile delle Relazioni Esterne, Media, Comunicazione e Marketing del Registro .it

Di seguito trovate i principali temi emersi nel corso del webtalk, ma per chi volesse rivivere a pieno le varie interviste, ecco qui il video dell’incontro:

Innovazione digitale nel settore dell’arte

In un modo scosso dalla Pandemia il settore dell’arte è stato costretto ad allontanarsi dal suo pubblico ma, tramite la digitalizzazione è riuscito a riguadagnare le distanze e riavvicinarsi agli utenti.

Cosa rappresenta il digitale per il settore dell’arte? Le sperimentazioni digitali messe in atto in quest’anno di Pandemia rimarranno anche in futuro?

L’evoluzione della presenza online nel settore dell’arte
Digitalizzazione, identità sul web e tutela del Brand online: il caso delle Gallerie degli Uffizi
Digitalizzazione e restauro: il caso di Gasparoli
L’importanza di una presenza online “proprietaria”
L’esigenza di una cultura e di una formazione digitale
L’equilibrio fra presenza fisica e dimensione digitale in un prossimo futuro

L’evoluzione della presenza online nel settore dell’arte

Il percorso di digitalizzazione del settore dell’arte in Italia iniziato alla fine degli anni ‘90 e ha avuto un’improvvisa accelerazione nell’ultimo anno con la Pandemia.

Piero Muscarà, CEO e Co-founder dello “storico” portale arte.it attivo dagli anni ’90, ha vissuto tutte le fasi della transizione digitale del settore artistico e delinea un percorso caratterizzato da 3 tappe principali:

  • L’idea iniziale della rete come luogo da sfruttare per avere una propria vetrina online.
  • L’evoluzione verso l’e-commerce per vendere online biglietti d’ingresso a musei, mostre ed eventi artistici.
  • La recente comprensione che il lungo d’arte possa essere qualcosa di più di un semplice spazio fisico e l’uso del digitale per il racconto del luogo e di quello che rappresenta.

In questi ultimi tempi il panorama artistico italiano è profondamente cambiato ed il settore dell’arte ha maturato una forte consapevolezza del digitale e dell’importanza di rendere contenuti e informazioni facilmente disponibili per tutti. 

Anche se c’è stata un’accelerazione di consapevolezza sul digitale occorre adesso fare un ulteriore passo in avanti verso la sperimentazione di nuovi modi per coinvolgere gli utenti tramite il racconto delle opere d’arte. Le opere d’arte, infatti, non sono soltanto oggetti fisici, ma hanno delle storie da raccontare e il digitale è un ottimo modo per raccontarle, per stimolare l’interesse del pubblico e far nascere il desiderio di andarle a vedere di persona.

Digitalizzazione, identità sul web e tutela del Brand online: il caso delle Gallerie degli Uffizi

Le Gallerie degli Uffizi di Firenze vedono il digitale come un’opportunità di valorizzazione del patrimonio culturale. La loro strategia digitale inizia nel 2015, quindi prima della Pandemia, e sfocia nel 2017 con un nuovo Brand e un nuovo sito web completamente ripensato.

Il lockdown del 2020, pur avendo ovviamente scosso le gallerie da molti punti di vista, l’ha trovate anche pronte e preparate ad affrontare nuove sfide digitali e a presentarsi al pubblico in modo diverso.

Nel marzo del 2020 le gallerie hanno aperto il proprio profilo Facebook raggiungendo in un solo anno 105.000 follower. È del mese di aprile 2020 invece l’apertura del profilo Tik Tok, con 70.000 follower in 8 mesi.

Il sito web, invece, nell’ultimo anno ha avuto un boom di visite raggiungendo quasi il 44% di visualizzazioni in più rispetto all’anno precedente.

La nuova apertura verso il digitale e il nuovo “story telling” delle Gallerie degli Uffizi ha ricevuto molti apprezzamenti da parte del pubblico che è arrivato a definirla come una “cura per l’anima” in un momento difficile.

Le Gallerie degli Uffizi sono uno dei musei più conosciuti al mondo e un tema molto sentito è la tutela del nome legale sulla rete.

Con l’avvio della strategia digitale nel 2016 le Gallerie degli Uffizi avviano anche un processo di brand design application che consente al museo di presentare nel 2017, insieme al nuovo sito web, il nuovo marchio delle Gallerie degli Uffizi formato da logo e dalla denominazione “Gallerie degli Uffizi”.

Il nuovo marchio è stato registrato a livello nazionale, europeo ed internazionale e questo ha consentito agli Uffizi la tutela a livello legale del nome e di tutte le attività delle Gallerie, tutela legale che ha portato a dei risultati molto importanti come la vittoria di una sentenza legale in cui la corte federale dell’Arizzona ha vietato l’utilizzo da parte di terzi di alcuni nomi a dominio contenti il nome “Uffizi” permettendo così al museo di recuperare vari nomi a domino, usati per il bagarinaggio, per legarli al dominio ufficiale uffizi.it.

Leggi anche “I domini degli Uffizi vincono sui bagarini

Digitalizzazione e restauro: il caso di Gasparoli

La digitalizzazione nel settore dell’arte passa anche dalla digitalizzazione del settore del restauro. Ne è un esempio Gasparoli, storica azienda di restauro che lavora con i principali musei italiani.

La “rivoluzione digitale” di Gasparoli è iniziata un paio di anni fa con un restyling completo del brand che ha portato alla nascita di un nuovo sito web gasparoli.it, concepito come un hub di informazioni e di contenuti tecnici di alto livello in grado di migliorare la brand reputation dell’azienda.

Il piano digitale messo in atto da Gasparoli ha riguardati anche un forte presenza suo social network, concepiti come tramite per i contenuti del sito web e un forte storytelling delle opere restaurate con video e siti web dedicati ai vari lavori di restauro. Ne è un esempio ilrestaurodigiureconsulti.it, sito web sul restauro di Palazzo Giureconsulti a Milano il cui QR code è stato inserito nella parte bassa del ponteggio del cantiere.

Per Gasparoli la digitalizzazione riguarda anche i processi tecnici applicati alle opere di restauro. L’azienda, infatti, ha adottato efficaci strumenti digitali inerenti alla gestione del rischio, come la sensorizzazione degli edifici per avere informazioni in tempo reale su eventi che potrebbero causare il danno. L’uso del digitale è poi fondamentale pe l’azienda nell’ambito della gestione delle informazioni prodotte dagli eventi di restauro.

L’importanza di una presenza online “proprietaria”

L’importanza di avere una a presenza in rete con un sito web proprietario su un nome a dominio unico e vale per tutti, anche per le categorie che lavorano nel settore dell’arte de della cultura come, musei, enti pubblici e gallerie.

L’attività sui social network non può sostituire una presenza online proprietaria, i social hanno il compito di fare da cassa di risonanza dei contenuti ma devono comunque spingere l’utenza verso un sito il sito web ufficiale, il vero biglietto da vista online.

I dati del registro.it sul numero domini .it registrati nell’anno della Pandemia confermano l’importanza centrale della presenza online con un nome a dominio proprietario: in tutto il 2020 sono stati registrati quasi 6.000 nuovi nomi a domini .it con una crescita del +4,2%.

Leggi anche “Domini .it, la Pandemia mette le ali ai siti italiani”

Questo aumento di registrazione di nomi a dominio simboleggia un aumento di cultura digitale che resterà anche in futuro. La Pandemia ha messo in luce le opportunità che la rete, opportunità che adesso sono più chiare a tutti e che verranno sempre più colte da imprese e liberi professionisti a tutti i livelli.

L’esigenza di una cultura e di una formazione digitale

In questo ultimo anno abbiamo preso consapevolezza di quanto il digitale sia fondamentale in tutti gli aspetti, anche nell’ambito delle istituzioni culturali.

I musei che erano già propensi al digitale e che avevano già un piano digitale hanno saputo cavalcare l’onda e sfruttare meglio le nuove opportunità del digitale.  Ovviamente però, nel settore dell’arte, il digitale non è e non sarà mai un sostitutivo del luogo fisico ma diventa un elemento accessorio e complementare che consente di scoprire elementi non percepibili con la sola visita dal vivo.

Un aspetto su cui c’è ancora molto da fare riguarda l’esigenza di formazione specifica sul digitale.

Spesso nei musei come nelle aziende, chi si occupa della comunicazione online non ha una formazione specifica. Bisognerebbe iniziare ad investire anche a livello universitario con dei corsi di laurea specifici per formare dei professionisti del settore.

L’equilibrio fra presenza fisica e dimensione digitale in un prossimo futuro

Secondo Christian Greco, Direttore Museo Egizio di Torino, la Pandemia ci ha consentito di accelerare non solo il processo di digitalizzazione dei musei ma anche la riflessione su come un museo digitale possa esistere e affiancare il museo fisico come strumento aggiuntivo in grado di fornire delle chiavi di lettura diverse con forme nuove e più coinvolgenti che il museo fisco non è in grado di fornire.

Il digitale offre l’opportunità di ampliare il contesto nell’ottica di condividere il sapere in modi sempre nuovi e in grado di coinvolgere sempre di più il pubblico a tutti i livelli.

Ovviamente il digitale non potrà mai sostituire l’esperienza fisica ma diventa un modo per raccontare le infinite storie che gli oggetti e le opere artistiche portano con sé, rafforzando quel ponte immaginario che ci lega al passato mediante una maggiore partecipazione attiva.

Il digitale, inoltre, consente di conoscere meglio il proprio pubblico e permette una diversificazione dei contenuti e dei palinsesti in base ai pubblici. Ne sono un esempio le storie egizie da raccontare in famiglia create per appassionate i piccolissimi.

In un prossimo futuro, quando i musei riapriranno al pubblico per le viste in presenza, i musei continueranno ad affiancare al luogo fisico un “museo che va a casa” e che offre qualcosa di diverso in base alle esigenze e alle chiavi comunicative dei vari target. L’obiettivo è quello di entrare sempre più in contatto con i vari pubblici per far conoscere quel patrimonio culturale di cui i musei sono i custodi ma che appartiene a tutti.

Il futuro del digitale nei musei e nel settore dell’arte si lega quindi alla didattica, una didattica coinvolgente che mostra quello che dal vivo non si può vedere e che, tramite racconti in grado di andare oltre il luogo fisico, creino attrazione e divertimento nei visitatori, facendo maturare il desiderio di tornare per divertirsi oltre che per imparare.

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