Il 1° ottobre 2021, esattamente un anno fa, scattava l’obbligo per tutte le imprese di comunicare al Registro delle Imprese il proprio indirizzo PEC (domicilio digitale).
Non tutte le imprese italiane si sono però adeguate: alcune hanno ignorato l’obbligo, altre non hanno completato la procedura per iscrivere correttamente il proprio domicilio fiscale nel Registro delle Imprese e altre ancora non hanno rinnovato l’indirizzo PEC comunicato e si ritrovano con un domicilio fiscale non più valido.
In questi giorni le Camere di Commercio italiane hanno iniziato i primi controlli di verifica e chi non è in regola rischia sanzioni fino a 2mila euro. Facciamo un po’ di chiarezza sull’argomento.
Il domicilio digitale è un indirizzo di Posta Elettronica Certificata che sostituisce il recapito fisico dell’impresa.
In pratica è come il domicilio fisico solo che invece di chiamarsi, ad esempio, “Piazza Garibaldi 35” si chiama “nome.cognome@gestorepec.it”.
Il domicilio digitale riveste notevole importanza perché rende la comunicazione tra imprese e Pubblica Amministrazione diretta, sicura e tempestiva. Le comunicazioni trasmesse al domicilio digitale hanno il valore legale di una raccomandata con ricevuta di ritorno, e si intendono notificate non appena rese disponibili sulla casella PEC del domicilio digitale, a prescindere dall’avvenuta lettura da parte del destinatario.
Dal 1° ottobre 2021 le imprese, sia in forma societaria che individuale, devono obbligatoriamente iscrivere il proprio domicilio digitale nel Registro delle Imprese.
Il domicilio digitale è sostanzialmente una casella PEC che individua un “indirizzo virtuale” dove possono essere mandate comunicazioni elettroniche aventi valore legale da parte delle PA.
Affinché il domicilio digitale sia riconosciuto ed effettivo, l’impresa deve comunicare la propria PEC al Registro delle Imprese tenuto dalle Camere di Commercio.
Come abbiamo visto, le imprese devono obbligatoriamente avere un proprio domicilio digitale costituito da un indirizzo PEC comunicato nel Registro delle Imprese.
Alle imprese non in regola con la PEC, le varie Camere di Commercio assegnano d’ufficio un domicilio digitale, valido solo in ricezione, notificando presso il cassetto digitale dell’impresa la relativa sanzione.
Ecco le sanzioni pecuniarie previste per la mancata comunicazione al Registro delle Imprese di un domicilio digitale:
Come abbiamo visto, le Camere di commercio hanno iniziato a rilasciare d’ufficio domicili digitali e a comunicare le relative sanzioni pecuniarie.
Nel frattempo, le imprese possono ancora comunicare il proprio domicilio digitale (PEC) al Registro delle Imprese e chiederne l’iscrizione, evitando il procedimento d’ufficio.
La comunicazione della PEC al Registro delle Imprese deve essere effettuata tramite una pratica telematica, totalmente gratuita, disponibile a questo indirizzo.
Le imprese che ancora non hanno attivato una PEC possono invece rivolgersi al Register.it per scegliere la soluzione PEC più adatta alle loro esigenze.
Con PEC Unica è possibile creare un indirizzo di Posta Elettronica Certificata da 3GB o 5GB sul dominio aziendale.
La soluzione PEC Agile, invece, è gratis per 6 mesi e consente di attivare una casella PEC da 2GB su un dominio di Register.it.
Tutte le soluzioni PEC di Register.it sono semplici da creare ed includono la funzionalità la conservazione a norma di legge dei messaggi di Posta Elettronica Certificata.
Copywriter, Marketing Specialist e Communication lover. Da sempre appassionata ai libri e alla scrittura, mi occupo di creare contenuti per il web ma non posso rinunciare al mio primo amore: la carta e la penna! Fuori dal web viaggio, cerco di tenermi in forma e soprattutto faccio la mamma.
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